giovedì 30 agosto 2012

Cinquanta sfumature di marrone

Si può parlare di un libro, o meglio una trilogia che non si è letta? Eeeeh, hai voglia!
Si può se l'ultimo (quello le cui sfumature tirano al grigio) è in cima alle classifiche di vendita con numeri da Codice Da Vinci per intenderci.

Questa estate mi è capitato di entrare in più di una libreria e trovarmelo ogni volta in bella mostra di fianco alla cassa, su quel trono solitamente riservato alle fatiche editoriali di Vespa o Baricco.

Oh, scusate, breve ma doverosa pausa per rivolgermi a quei tre maschi che per misoginia o disinteresse non sostengono una conversazione con esponenti del gentil sesso da più di sei mesi e non conoscono il suddetto tormentone letterario. L'autrice, E.L. James, è quel che si definisce: di genere. Nel suo caso erotico. Ma con genere si può far riferimento anche a quello delle sue lettrici poichè pare essere composto per la quasi totalità da quello femminile appunto.

Ora, che una donna scriva di sesso con una sensibilità in cui si riconoscano più altro sue simili mi sembra abbastanza ovvio. Più interessante trovo quindi analizzare quali siano i meccanismi che suscitano l'interesse del suo pubblico, cosa, nella trama, le abbia fatto vendere qualcosa come trenta milioni di copie nel mondo.

Già, la trama: Giovane universitaria timida ed impacciata si innamora di aitante miliardario con un cazzo così che se la scopa davanti-dietro-sopra e sotto ma siccome non è mai stanco, ogni tanto glielo infila pure di fianco.

E allora ripenso ai trenta milioni di lettrici. E mi considero fortunato. Si perchè come maschio, in caso di emergenza, ho you-porn e poi posso tornare a leggere libri per lo meno decenti.

mercoledì 29 agosto 2012

Adore Adore


Yoav Sedan non è esattamente quello che ti puoi aspettare che passi  MTV o RADIODEEJAY. Peggio per loro.
Per chi ha voglia di entrare i prossimi 5 minuti nel rarefatto, inquieto universo di questo musicista israeliano non se ne pentirà. io lo ADORO ADORO...

martedì 28 agosto 2012

Uomini di cui dubitare


• Quelli che parlano solo di lavoro.

• Quelli con il colletto della polo alzato.

• Quelli che su Facebook hanno più di 100 amici

• Quelli col marsupio.

• Quelli che dicono pupù, pisello, patatina.

• Quelli che si vestono da ragazzini anche dopo i 25 anni.

• Quelli che non bevono alcolici.

• Quelli col Rolex vero.

• Quelli che suonano i bonghi.

• Quelli che si incazzano se spremi il tubetto del dentifricio nel mezzo.

• Quelli con le catenine d’oro.

• Quelli depilati.

• Quelli che leggono Men's Health o La Repubblica.

• Quelli con l’X6.

• Quelli con la Prius.

• Quelli che non mangiano carne.

• Quelli che hanno la Postepay.

• Quelli che pisciano seduti.

• Quelli che vanno ai concerti di Vasco Rossi.

• Quelli che ci tengono a farsi chiamare Dottore.

• Quelli che hanno il profilattico nel portafogli.

• Quelli con l’Arbre Magique.

• Quelli che giocano a fantacalcio.

• Quelli che giocano a calcetto.

• Quelli che conoscono il numero esatto di persone con cui hanno scopato.

• Quelli che lavano l’auto tutti i fine settimana.

• Quelli con l’orecchino.

• Quelli che sono poliziotti/carabinieri/militari

• Quelli col pizzetto.

• Quelli bombardati di lampade 12 mesi all’anno.

• Quelli col pareo in spiaggia.

• Quelli che non tolgono la plastichina che c’è sul monitor del cellulare.

• Quelli che suonano in una cover band.

• Quelli che ti regalano i peluche.

• Quelli che con la maglietta di Che Guevara.

• Quelli che scrivono su un blog o peggio lo dicono.

lunedì 27 agosto 2012

Donne di cui dubitare

• Quelle che quando parlano si torcono continuamente una ciocca di capelli.
• Quelle che pensano sia un hobby “acquistare accessori”.

• Quelle che non sanno parcheggiare.

• Quelle con più di 100 amici su Facebook

• Quelle che riescono a indossare contemporaneamente roba di Rolex, Vuitton e Rayban.

• Quelle con il cane nella borsa.

• Quelle che si rivolgono a tutti con “caro” o “cara”.

• Quelle che leggono Isabel Allende, Margaret Mazzantini, Melissa P., Banana Yoshimoto, Paolo Coelho.

• Quelle che comprano Vanity Fair o Repubblica.

• Quelle che mettono il dolcificante nel caffè.

• Quelle che limonano tra di loro in pubblico.

• Quelle che dicono “Pupù”, “Pene”, “Vagina”.

• Quelle che hanno amici gay che parlano di loro stessi al femminile.

• Quelle che non sono mai entrate in un centro sociale.

• Quelle che parlano di mestruazioni.

• Quelle che dicono “perché bestemmi se non credi in Dio?”

• Quelle che dicono “Non gliel’ho data”.

• Quelle che si sposano perché non hanno altri interessi.

• Quelle che scopano i gruppi di amici, ma ordinatamente, fidanzandosi ogni volta.

• Quelle che non lavorano.

• Quelle che non pagano mai loro.

• Quelle che piangono a vanvera.

martedì 21 agosto 2012

SUBUMANI



Monti, al MEETING di CL (!!!), ha parlato dei 20/30enni come di una generazione perduta a cui è stato tolto il presente.
Vero. Ma la crisi picchia duro più o meno per tutti. Certo però che se genitori etno-zotici si sono accaniti e ti hanno chiamato Anthony, Kevin, Salvatore, Jessika, Samantha o Marika nemmeno il futuro ti dovrebbe essere concesso.

lunedì 6 agosto 2012

Google on me

l'avete fatto tutti per cui ora non guardatemi come quello strano, magari da giudicare come l'egocentrico con manie di protagonismo. Perché quello lo sono a prescindere. Ma ciò non toglie, ripeto, che l'abbiamo fatto tutti! Anzi, sfido qualcuno a dire il contrario. Ovviamente mi riferisco all'aver cercato cosa saltasse fuori a digitare su google il proprio nome. Non chiamandomi Mario Rossi ne George Clooney il rischio omonimia e' ridotto come quello delle groupies assatanate. Tanto che arrivo si e no alla seconda paginetta. 41 anni spesi nel più totale anonimato, o quasi. Ecco i risultati elencati a mo' di hit-parade : 5. La mia impresa giornalistica più importante: nel cesso di un locale di Cesenatico intervisto assieme ad alcuni amici Manuel Agnelli per una fanzine di nome rockit. 4. Il mio amico Saverio, uno che viene pagato davvero per quello che scrive, mi cita in un suo articolo. 3. Indirizzo e altri contatti di lavoro ai quali, mio malgrado, risulto raggiungibile. 2. Vengo portato ad esempio di "case history" di successo da una azienda specializzata nel posizionamento sui motori di ricerca con cui non ho rapporti da otto anni... 1. E al primo questo blog qua. Si perche' nonostante la dipartita di questi mesi, questi post polverosi sono, ad insindacabile giudizio di Larry Page e Sergey Brin, ancora ciò che più si lega al mio nome. Sara' stupido ma ne vado un pelo fiero.