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lunedì 7 gennaio 2013

eppi niù iar

Dovresti essere contento di te stesso, hai tempra: Hai superato una fine del mondo maya, un natale non propriamente alla Christian De Sica, “la salita in campo” di un professore di diritto fallimentare, cenoni vari.

Invece no.

Perché il problema non sei tu ma gli altri 6 miliardi che ci tifano contro..

lunedì 8 ottobre 2012

Il piacere è tutto mio

Piccolo spazio, pubblicità. Oggi vi voglio raccontare di un posto speciale: TRACK MY PLEASURE, un blog musicale.


“Blog musicale” perché è differente dai blog sulla musica. Si perché mentre nei secondi la musica è oggetto di dissertazioni, recensioni, commenti, etc. qua è la sola ed unica protagonista. Tanto che i post hanno tutti la medesima struttura: link youtube, testo della canzone, sito ufficiale e l’eventuale pagina di wikipedia.

Raccontato così potrebbe sembrare un lavoro d’archivio, quasi asettico. Invece no, è l’esatto contrario.

La poliedrica Vivi (nota come Ifsantag2 su youtube, flickr e deviantart) riesce in questo modo a fornire all’ascoltatore tutti gli strumenti e le informazioni pur rimanendo dietro le quinte, lasciando così interamente la ribalta agli autori che segnala di volta in volta.

Insomma, un posto unico in cui perdersi. E se poi ci aggiungete che la musica presentata è solo di qualità allora non potrete che fare altrettanto pure voi. Fidatevi.

mercoledì 12 settembre 2012

D F W

Il cane odiava quella catena. Ma aveva una sua dignità. Quello che faceva era non tendere mai la catena del tutto. Non si allontanava mai nemmeno quel tanto da sentire che tirava. Nemmeno se arrivava il postino, o un rappresentante. Per dignità, il cane fingeva di aver scelto di stare entro quello spazio che guarda caso rientrava nella lunghezza della catena. Niente al di fuori di quello spazio lo interessava. Interesse zero. Perciò non si accorgeva mai della catena. Non la odiava. La catena. L'aveva privata della sua importanza. Forse non fingeva, forse aveva davvero scelto di restringere il suo mondo a quel piccolo cerchio. Aveva un potere tutto suo. Una vita intera legato a quella catena. Quanto volevo bene a quel maledetto cane..


Il 12 settembre di quattro anni fa David Foster Wallace decise di fermarsi, di scendere da quel treno impazzito che chiamiamo mondo.

Un mondo che descriveva con l’ironia tagliente, folgorante di un esploratore piovuto da un altro sistema solare. Un uomo in grado di entusiasmarti parlando di trigonometria applicata al tennis, tv spazzatura o viaggi in crociera extralusso.

Non si può non invidiare chi scriveva con quel talento, non si può non amare tutto quello che ci ha lasciato.

giovedì 22 luglio 2010

PIGMEO

Dopo 10 anni di libercoli scarsi e noiosetti in cui Chuck Palahniuk pareva più che altro fare il verso a se stesso, come fosse alla ricerca di una ispirazione perduta, è arrivato in libreria PIGMEO.

Beh, T-R-I-P-U-D-I-O.

E’ accaduto l’impensabile, è come se che le lancette del tempo fossero tornate indietro di colpo a quei SURVIVOR, INVISIBLE MONSTERS e FIGHT CLUB a cui sarò sempre, eternamente legato e debitore.

Non l’ho ancora finito ma non potevo resistere oltre e morivo dalla voglia di scriverne perché per me è indiscutibilmente il libro dell’anno.
Non aggiungo altro se non allegare il testo della seconda di copertina, in modo che chi fosse interessato all’acquisto possa capire fin d’ora a cosa va incontro: Verso il precipizio, ma con un sorriso sulle labbra
.

Pigmeo è una commedia dark che parla di terrorismo e razzismo. Il protagonista è un tredicenne straniero che approda negli Stati Uniti nell’ambito di un programma di scambio studenti e finisce in una classica famiglia middle-class, bianchissima, felicissima (e cristianissima) che vive in un altrettanto classico, altrettanto middle-class, altrettanto bianco, felice (e cristianissimo) sobborgo sperso da qualche parte nell’immensa provincia americana. La permanenza dovrebbe durare sei mesi e il nostro – diciamo – “eroe” è in compagnia di un’altra dozzina di ragazzini simili a lui spediti negli Usa a vivere in tipiche famiglie locali.
Il problema è che Pigmeo viene da un non meglio identificato paese totalitario ed è un terrorista, addestrato fin dalla più tenera età alle arti marziali, alla chimica e all’odio assoluto per gli Stati Uniti. A guidare il suo comportamento (e quello dei suoi compagni di avventura) sono citazioni di “grandi uomini” come Hitler, Pinochet, Idi Amin etc. etc. Pigmeo vuole sfruttare i suoi sei mesi di soggiorno per creare un progetto in grado di superare le qualificazioni per il Concorso Nazionale di Scienze. Se ce la farà, potrà andare a Washington per le finali, portando con sé il suo interessante piano, che dovrebbe provocare la morte di milioni di persone.
Attraverso lo sguardo di Pigmeo – obnubilato dalla propaganda e dalla paranoia – scopriamo tutto l’orrore dell’America di oggi, con la sua xenofobia, il suo soffocante fondamentalismo religioso, l’onnipresenza dei media e della violenza. Ne viene fuori una satira feroce, grottesca e a tratti esilarante, nella quale l’ottusa ossessione omicida di Pigmeo si specchia sinistramente in una società sempre più ricca, sempre più libera e sempre più disperata.



lunedì 14 giugno 2010

venerdì 28 maggio 2010

Volevo fare il Papa

Claudio Sabelli Fioretti e Piergiorgio Odifreddi si sono incontrati per la prima volta sul "camino de Santiago". Entrambi non sono credenti, hanno camminato insieme per una settimana. Ne è nato il libro-intervista "Perché dio non esiste" edito da Aliberti.

Su Wikipedia c'è scritto che sei stato in seminario a Cuneo.

La scheda su Wikipedia me la sono fatta da solo.

Da solo?

Era un pasticcio quella pagina lì. L'avevano fatta dei cattolici pazzi fondamentalisti. Allora ho deciso di cambiarla. Chi mi conosce meglio di me? Alla fine è venuta una specie di autobiografia. Solo che i gestori del sito mi interrompevano. Dicevano: "Lei sta facendo del vandalismo". Io rispondevo: "Guardate che io sono Odi-freddi". Loro non ci credevano. "Odifreddi non scriverebbe queste cose".

A che cosa non credevano?

Proprio al fatto che fossi stato in seminario.

Effettivamente, un mangiapreti come te.

Sono diventato un mangiapreti proprio perché sono stato in seminario.

Sei stato anche quattro anni dalle suore Giuseppine.

Non mi sono fatto mancare niente.

Su Wikipedia c'è anche scritto che il nunzio apostolico alle Nazioni Unite, Celestino Migliore, racconta che te ne sei andato dal seminario perché avevi calcolato che c'era bassa probabilità per un italiano di diventare Papa nell'era postconciliare. Volevi far carriera.

Esatto. Io non volevo diventare prete, volevo diventare Papa.

Mica male come obiettivo.

Mio padre era una delle poche persone di Cuneo che aveva la televisione negli anni Cinquanta. Io la guardavo e vedevo solo due personaggi: Pio XII e Mike Bongiorno. Erano loro i due modelli fra i quali scegliere. Io scelsi Pio XII. Anche se poi sono diventato più come Mike Bongiorno.

Visto che non potevi diventare Papa, te ne sei andato dal seminario.

Mi ero rotto le scatole, non ero adatto. Non ero in grado di obbedire, non sapevo stare alla disciplina.

Tuo padre fu contento?

Certo. Mio padre voleva che facessi l'ingegnere, o l'architetto, perché lui era geometra. Quando io me ne andai dal seminario e mi laureai in matematica fu così contento che si laureò anche lui.

Hai rimpianto il seminario?

Era giusto che me ne andassi. La religione è un fatto infantile. Va bene per i bambini, fino alla pubertà, poi basta. La religione affronta le grandi domande e dà risposte banali. Però la scuola un po' la rimpiango.

Quattro anni, le elementari, con le Giuseppine e tre anni, le medie, con i preti.

Si studiava bene. Soprattutto facendo il paragone con quello che si vede oggi. I preti mi hanno insegnato a studiare. Quando facevo il seminario, a tredici anni, mi alzavo alle sei e mezzo, mi mettevo al tavolino e finivo la sera alle sei. E poi andavo a letto presto.

Anche adesso gli istituti religiosi sono meglio delle scuole pubbliche?

Temo di sì, anche se insegnano un sacco di cazzate. Le scuole pubbliche non hanno un controllo capillare e quotidiano del ragazzo.

Eri bravo a scuola?

Fino alle medie. Un po' meno quando studiavo da geometra. Comunque meglio di Flavio Briatore che veniva nella mia stessa scuola ed era proprio uno zuccone.

Eravate amici?

Non mi ricordo di aver mai scambiato una parola con lui. Era un fagnano.

Un fagnano?

Uno che non faceva niente. A Cuneo tutti se lo ricordano. Finito il geometra, si mise in società con un tal Dutto, che un giorno saltò in aria con tutta la macchina. Puoi immaginare a Cuneo. Non siamo abituati alle auto che esplodono. Briatore scomparve da quel giorno. Quando riapparve era ricchissimo.

Aveva fatto carriera. Benetton. la Formula 1.

Io rimango della vecchia idea che nessuno può costruire un impero dall'oggi al domani.

Sento che stai cominciando a parlare di Berlusconi.

Ecco, appunto.

Mangiapreti e antiberlusconiano. Sempre a prendersela col povero Silvio. E gli Agnelli? Vogliamo parlare degli Agnelli?

Certo. Parliamone. Vatti a leggere la biografia del vecchio Agnelli, il senatore: processi, truffe, collaborazionismo con il Partito fascista, sindacati gialli.

I ricchi sono potenti e disinvolti. Sai che scoperta. Perché mi dici queste cose?

Per spiegarti che non sono antiberlusconiano più di quanto non sia anti-Fiat.

Nella tua scheda, su Wikipedia, hai scritto: "In Unione Sovietica Odifreddi ebbe un'insolita avventura, dalla quale lo tirò fuori Giulio Andreotti .".

Ero andato là per studiare e avevo cominciato a frequentare molti dissidenti. In Italia ci fu un caso di spionaggio industriale: due spie sovietiche, coinvolte in traffici di brevetti industriali, furono arrestate. I sovietici si seccarono e come ritorsione presero tre italiani. Io ero uno dei tre.

Tu eri una spia?

Ma figurati. Mi accusarono di tutto, a cominciare da cambio illegale di valuta e poi di qualsiasi altra cosa. Teoricamente rischiavo la pena di morte. Loro mi dicevano: "Non si preoccupi. Non condanniamo quasi mai gli stranieri alla pena di morte. Lei deve stare tranquillo, prenderà quindici anni di lavori forzati".

Eri in galera?

No, peggio, in Siberia. Ero libero, ma dove andavo? Intervenne Giulio Andreotti, ministro degli Esteri, che organizzò lo scambio dei prigionieri. Tornato in Italia ebbi i miei cinque minuti di gloria mediatica promessi da Andy Warhol.

Quindici minuti.

Io ne ebbi solo cinque.

Gli italiani impazziscono e ti eleggono premier. Quale legge faresti per prima?

Toglierei i finanziamenti alla Chiesa. Sai che il Vaticano possiede un quinto del patrimonio immobiliare italiano? Una casa su quattro a Roma è del Vaticano.

Ce l'hai sempre col Papa.

Ricomincerei dalla breccia di Porta Pia. Rimanderei il Papa a Gerusalemme. È da lì che viene, quello è il posto suo. Bisogna liberarsi del fardello vaticano. Ma farei di più.

Di più?

Tempo fa il Papa è andato a Genova sull'elicottero dell'aeronautica militare. Ma per quale motivo l'aeronautica militare deve destinare un elicottero al trasporto del Papa? Chi paga? Se ne stia a casa sua. Sai che quando il Papa va all'estero il volo di andata è sempre offerto dall'Alitalia, che usa un intero aereo per lui e i giornalisti al seguito? Basta soldi statali al Papa. Chi vuole il Papa finanzi il Papa.

(grazie a Faustiko per la segnalazione)

mercoledì 14 aprile 2010

Chad, Matt & Rob

Vi ricordate i libri-gioco parecchio in voga negli anni ottanta? Alla fine di ogni paragrafo il lettore era posto di fronte ad una scelta sul come continuare la storia, da qui salti continui di pagine, avanti e indietro. Vabbè, non nessun di quei racconti era da premio strega ma risultavano un simpatico passatempo.

Ecco, i tre tizi qua sopra fanno la stessa cosa utilizzando you-tube e una dose innata di pirlaggine

Sono Chad, Matt e Rob, tre autori/registi di cortometraggi le cui bizzarre avventure risultano a tutti gli effetti interattive.

Come sia possibile non mi è molto chiaro ed in fondo non che sia molto importante, quel che conta è per provarle basta andare qua www.chadmattandrob.com occhio e croce non ve ne pentirete.

martedì 30 marzo 2010

Orgoglio e (pre)giudizi

Domenica mattina, quando sono andato a votare, ero contento. Lo ero perché a differenza di tanti non ci andavo contro qualcuno ma a favore.

Quando ieri sera sono usciti i risultati ero molto contento. Lo ero perché chi ho votato in provincia ha raccolto un incredibile 10% e un insperato 7% a livello regionale.

Un risultato che mi ha fatto essere per una volta davvero orgoglioso dei miei concittadini, anche se ancora minoranza, certo.

Oggi poi, leggendo i risultati nazionali, sono stra-contento della vittoria del centro destra. Perchè questo darà una forte accelerata all’auto-distruzione sia di chi governa, sia di chi l’opposizione l’ha condotta sempre in maniera sbagliata se non connivente.

Abbiamo ingranato “la quarta” prima di buttarci nel burrone e, dal momento che non si può evitare, l’idea di accelerare la cosa mi sembra ottima.

Inutile lamentarsi, il paese potrà essere ricostruito solo dopo che questi avran lasciato unicamente le macerie, ma è una questione di tempo.

In Emilia, almeno, abbiamo già iniziato a lavorare per il dopo.

venerdì 29 gennaio 2010

the catcher in the rye

A dire il vero il vecchio Salinger, di fatto, già da diversi decenni se ne era andato da questo mondo. Venerdì scorso ha solo ratificato la cosa.
Nessuna intervista e un solo scatto negli ultimi trent’anni (che per altro lo ritrae mentre sta per colpire chi lo fotografa). Uno che ha lasciato migliaia di pagine inedite "perché amava scrivere ma non pubblicare".

Eppure siamo milioni a ricordarlo. Merito di quel libro con la copertina vuota, bianca con solo il titolo: Il giovane Holden.

Chiamato così da noi perchè l'originale The Catcher In The Rye, è un intraducibile gioco di parole secondo cui il "vecchio" Holden Caulfield immagina un Catcher in un campo di segale che afferra i bambini prima che cadano nel vicino dirupo.

E l’immagine di un uomo che sta lì, pronto ad afferrarti prima che tu cada nel vuoto, è qualcosa che trasmette fiducia. Una fiducia che il confuso 17 enne protagonista non poteva avere.

Eppure Holden il perdente è diventato un'icona. Riappare ad ogni generazione successiva. Nel ’68, in quelli violenti e politicizzati degli anni ’70, come nei vacui degli anni ’80, nella generazione X o i precari di oggi. Ma lui, il 17enne sta sempre lì, a cazzeggiare, a non lasciarsi scalfire da nulla, equamente disinteressato al passato e dal futuro che non può conoscere. Vivendo solo di presente, proprio come prova a fare il "vecchio" Holden Caulfield.

venerdì 11 dicembre 2009

Io ed il mio UBUTONDO

Oggi intervengo in qualità di testimonial.

Come già milioni di italiani, anche io dalla scorsa settimana sono un felice possessore di UBUTONDO, il poggiagomito del filosofo.

Da allora la mia vita è cambiata, ovviamente in meglio.

Esattamente come promette l’opuscoletto che lo accompagna, è sufficiente affacciarsi ad una finestra e appoggiarsi UBUTONDO sotto al gomito e, come d’incanto, fiumi di idee ti pervadono. E non tutte sono da buttare, anzi !

L’ho provato anche quando sono seduto in bagno ma lì per lo più affiorano stronzate, forse dipende dalla location. Pazienza.

UBUTONDO è uno dei tanti rivoluzionari progetti che potrete scoprire (e acquistare) su www.comboart.it il sito di una “Dissociazione Culturale” patrocinata dal mio amico Diego assieme ad un gruppo di compagni di merende di assoluto rilievo.

Visitateli, almeno virtualmente. Sono davvero a-v-a-n-t-i-s-s-i-m-o !


venerdì 6 novembre 2009

All’inseguimento di Moby Dick nell’oceano dell’indie-rock

Amo la radio perché arriva dalla gente
entra nelle case
e ci parla direttamente
e se una radio è libera
ma libera veramente
mi piace ancor di più
perché libera la mente..
(La Radio 1976)

Finardi aveva ragione, a qualunque orario capita d’imbattersi in qualcosa di buono.


L’ultima scoperta del sottoscritto in ordine di tempo è Moby Dick, un programma che “solca il profondo dei mari musicali e quando emerge è una rivelazione”, giusto per citare la nota introduttiva nel sito di RADIO 2.

A condurre e a sceglierne la scaletta: Silvia Boschero, voce narrante e appassionata che, come Moby Dick, nuota libera senza barriere geografiche, stilistiche, temporali .

Giusto per indenderci a me ricorda tanto quel DISPENSER dell’era Bordone, quello che dava un'attenzione unica alle novità, piccole o grandi che fossero.

Ma qui Silvia, affrontando solo l’universo-musica, ha modo di sviscerarlo davvero a fondo. Alternando puntate monografiche ad interviste e completando il tutto con la trasmissione dei migliori concerti italiani ed internazionali.

L’orario ? Alle 21, tutti i giorni o giù di lì… Buon ascolto.


lunedì 2 novembre 2009

ciao Alda

Era nata il ventuno a primavera ma non sapeva che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve vedeva piovere sulle erbe, sui grossi frumenti gentili e piangeva sempre la sera.

Forse era la sua preghiera.

(Alda Merini 21/03/31 - 31/10/09)

mercoledì 23 settembre 2009

Da oggi IL FATTO è un fatto

Oggi esordisce un nuovo quotidiano. Un piccolo giornale (inizialmente 16 pagine) ma con una batteria di grandi giornalisti provenienti da realtà diverse e trasversali: Marco Travaglio, Massimo Fini, Oliviero Beha, Peter Gomez, Luca Telese, Furio Colombo, Antonio Padellaro etc.

Un giornale che si presenta dichiarando di rinunciare in toto ai fondi pubblici per l’editoria e che difficilmente avrà padroni a cui rendere conto.
Cercatelo, compretelo, leggetelo e se poi vi piace, come abbiamo già fatto in tantissimi, abbonatevi

mercoledì 16 settembre 2009

The Resistance ?


Sabato mattina, ore 9.30 circa. Sto sfogliando il giornale al bar in attesa del caffè che dovrebbe sancire ufficialmente la mia sveglia.
Quando mi casca l’occhio sul trafiletto nella pagina spettacoli del provinciale quotidiano più diffuso in provincia:
"E’ uscito THE RESISTANCE, ultima fatica del gruppo indie-rock dei Muse.
Un disco registrato in Italia, scelta certamente dovuta al fatto che il front-man, Matt Bellamy, da anni risieda nel comasco assieme a G*** P***, una brunetta 28enne molto carina che ha rapito da tempo il cuore del cantante inglese".


Cancello il caffè e chiedo un negroni, liscio.

Ma come ? Matt Bellamy ?!? Un uomo la cui musica mi fa lo stesso effetto sulle budella della visione dell’urlo di Munch, con una brunetta molto carina di Como ?!??
Tipo sarebbe come immaginare George Clooney con la Canalis.
Non si fa ! Non si può !

Bellamy, per rispondere all’icona che mi ero creato nel mio immaginario, doveva essere l’ex di Brian Molko o avere una relazione tormentata con una finlandese eco-terrorista, magari con qualche coreografico tentativo di suicidio alle spalle.

Invece no, sta con la brunetta molto carina che ha fatto ragioneria a Bellagio, che palle.

Esco barcollante per via del negroni a secco e salgo in auto.
Butto in maniera teatrale il suo cd comprato il giorno prima dal finestrino e parto tra le lacrime cantando sguaiatamente (come lui) Muscle Museum.
200 metri, testacoda col freno a mano e torno a riprenderlo.

La storia della brunetta molto carina è sicuramente un'operazione di quelli del marketing per tener celato qualche oscuro segreto autodistruttivo, ovvio...


venerdì 11 settembre 2009

Infinite David


- Che cosa stai leggendo di bello ?
- Tutto quel mi capita di David Foster Wallace.
Ecco, io lo conobbi così. Certo a quel punto la curiosità ti viene per forza..
Anche perché la fonte era la Ste, sommo marchio di garanzia musico/letteraria. Sommità che, ovviamente, si confermò anche in quella occasione.

Racconti, romanzi, saggi.. tutto è pervaso da un umorismo unico, una satira spietata su un’America del futuro prossimo, il suo mezzo di gran lunga preferito per raccontare quella del presente.
Un fiume in piena di personaggi surreali e vicende assurde e grottesche che ti investe, ti travolge e ti diverte. Assieme a Dave Eggers e John Irving certamente la più bella iniezione di vitalità alla narrativa contemporanea, americana e non.

Poi capita che proprio un anno fa, con il sottoscritto a metà della lettura de la ragazza dai capelli strani, Wallace abbia deciso di compiere il gesto più inaspettato.
Solo dopo quella morte inattesa e autoinflitta le sue pagine mi sembrarono riempirsi di presagi.
Quell’ironia amara che affiorava qua e là dai suoi racconti non era altro forse che il segno di una tristezza nascosta in fondo ad un animo tormentato.

A un anno esatto dalla sua scomparsa, con qualche autore diverso nel mezzo, mi trovo oggi quasi a metà di quell’ Infinite Jest che per dimensioni, complessità e struttura è davvero la sua opera più bella.
Più lo leggi e più non puoi non ammirarne l'intelligenza e la visione scanzonata che ti regala del mondo.

Quel mondo che ora si divide in due: tra chi possiede un simile talento nel raccontarcelo e chi può solo leggerne, dispiacendosi perché non ci sarà più il primo a scriverci su.

mercoledì 9 settembre 2009

Handicap o Cavallino

E’ morto Mike Bongiorno. Lo so, me lo hanno scritto ieri pomeriggio via sms in rapida successione tre persone diverse. La ragione ? Difficile da dire, quando morì il papa mica nessuno si prese la briga di dirmelo. Perché per Mike si ? Un’idea ce l’ho e non è che c'ho amici strambi.. no.
E' che Bongiorno (più di Wojtila e Michael Jackson) era asceso da molto tempo a pura icona.
Mike era già Mike vent’anni prima che io nascessi o giù di lì. Quanti sono i personaggi che possono vantare loro buon grado carriere simili ? Presto detto: Baudo e Andreotti. Stop.

Per questo se muore uno così provi smarrimento. E’ l’idea di un eterno, seppur relativamente a te, che viene meno.

Mike per me era quello di “Handicap o Cavallino” uno dei miei ricordi in bianco e nero assieme a Supergulp e Non-stop.
Era un gioco incasinatissimo di cui non capivo una cippa ma c’era questa ruota che giravano e usciva la scritta HANDICAP (e portava male ai concorrenti) oppure il disegno del CAVALLINO Michele che, ovviamente, somigliava a Mike. Poi c’era un tizio chiamato Giuliano Canevacci al quale Mike poteva chiedere qualsiasi cosa, lui ci pensava un po’ e poi dava sempre la risposta giusta. Una certezza.

Finito quel telequiz e le nostre strade si divisero. Mike ha continuato a presentare e io lo incontravo spesso durante lo zapping compulsivo che da sempre mi accompagna. Pochi secondi, giusto per vedere che nulla fosse cambiato e poi proseguivo. Anche quella era a suo modo una certezza.

Ultimamente l'ho incrociato solo con Fiorello, non erano più i quiz da busta uno, due o TRE ma mi sembrava sempre quello. E allora continuavo lo zapping, tutto a posto si poteva proseguire...

Sapere che è morto Mike significa che se ne è andato quello che guardavo da cinquenne a letto con i miei genitori tutti i giovedì sera, fino ad addormentarmi. E la cosa non può non farmi dispiacere.

venerdì 24 luglio 2009

When the E-street band comes to town

Ci sono gruppi (anche di talento) che per nichilismo o arroganza si presentano ad un live, ubriachi, incerti, stonati.. finendo per fare figure del cazzo e deludere chi si era fatto anche centinaia di km per vederli suonare quei brani che aveva imparato a memoria . Questi erano, ad esempio, i Placebo visti a Perugia qualche anno fa, indifendibili.

Poi ci sono gruppi (con talento e una certa maturità) che superano il loro nichilismo giovanile o l’arroganza dei menefreghisti e si presentano al live puntuali, tecnicamente ineccepibili e raccolgono gli applausi sinceri di chi si è fatto centinaia di km per vederli nuovamente suonare, perchè ama ogni loro singolo disco in studio e si sente finalmente ripagato "nel suo sentire". Questi sono, ad esempio, i Placebo di venerdì scorso, al castello scaligero.

Bravi. Anche se coinvolgenti rimane un concetto piuttosto scivoloso se da "appiccicare" a loro..

Infine ci sono gruppi (di un talento unico, straordinario) che per passione, per l’amore che li lega al pubblico, salgono sul palco e danno vita ad una festa il cui si celebra la musica Rock.

Dove questi ti suonano per 2h 45’ filati, senza pause se non per giocare con la folla in delirio. E ringraziare (loro !!), chi da sempre li segue macinando centinaia di km per vederli, ascoltarli e per cantare assieme quei brani che ti hanno accompagnato tra alti e bassi dagli anni 80 ad oggi, pezzi che conosci a memoria ma che quando risenti nella voce calda ed intatta di un signore di 60 anni che si chiama Bruce Springsteen non puoi non iniziare a urlare a squarcia gola ed unirti a quel muro di mani levate al cielo.

lunedì 20 luglio 2009

E guardo il mondo da un oblò...

Nel 40mo anniversario dello sbarco di Armstrong (Louis) e Togni (Gianni), la N.A.S.A. rende pubbliche nuove suggestive immagini dei primi musicisti sulla luna.
Il mondo ricorda e si commuove..


mercoledì 3 giugno 2009

Tien An Men


1989, un anno notevole.
Il mondo lo ricorda ancora per una serie di eventi epocali : io che mi diplomo, la caduta dell’URSS, il muro che crolla e un Ochetto alle prese con problemi esistenziali che i suoi eredi non sembrano aver superato ancora oggi.
E poi c’era questo qua sopra, l’omino con i sacchetti della spesa che bloccò quattro tank… il più grande rivoluzionario del ventesimo secolo.

mercoledì 25 marzo 2009

il PD è nudo !!!!

In questo paese uno che dice semplicemente la verità viene visto subito come il salvatore, una roba che la dice lunga del come siamo finiti in basso…
Da qualche giorno Debora Serracchiani è una star, il suo discorso a braccio di sabato è stato un fiume in piena.
Ma che ha fatto questa ragazza per meritarsi tutto ciò ? Ha detto semplicemente quello che tutti pensano, che tutti NOI pensiamo. Con una differenza: lei aveva sotto il naso un microfono e di fronte gli stati generali del PD. Brava.