mercoledì 12 settembre 2012

D F W

Il cane odiava quella catena. Ma aveva una sua dignità. Quello che faceva era non tendere mai la catena del tutto. Non si allontanava mai nemmeno quel tanto da sentire che tirava. Nemmeno se arrivava il postino, o un rappresentante. Per dignità, il cane fingeva di aver scelto di stare entro quello spazio che guarda caso rientrava nella lunghezza della catena. Niente al di fuori di quello spazio lo interessava. Interesse zero. Perciò non si accorgeva mai della catena. Non la odiava. La catena. L'aveva privata della sua importanza. Forse non fingeva, forse aveva davvero scelto di restringere il suo mondo a quel piccolo cerchio. Aveva un potere tutto suo. Una vita intera legato a quella catena. Quanto volevo bene a quel maledetto cane..


Il 12 settembre di quattro anni fa David Foster Wallace decise di fermarsi, di scendere da quel treno impazzito che chiamiamo mondo.

Un mondo che descriveva con l’ironia tagliente, folgorante di un esploratore piovuto da un altro sistema solare. Un uomo in grado di entusiasmarti parlando di trigonometria applicata al tennis, tv spazzatura o viaggi in crociera extralusso.

Non si può non invidiare chi scriveva con quel talento, non si può non amare tutto quello che ci ha lasciato.

1 commento:

marlene ha detto...

Scrittore brillante decisamente fuori dagli schemi, giusto ricordarlo;la scopa del sistema l'ho letto quattro anni fa...consigliato da un amico. :) MK