mercoledì 22 ottobre 2008

Miracolo a Sant'Anna

Film riuscito anche se non perfetto. Spike Lee si conferma di gran lunga il regista con più talento visivo della sua generazione. Alcuni piani sequenza e più in generale il montaggio dovrebbero essere materia obbligatoria di studio nelle scuole al posto della trigonometria.
Film riuscito e non perfetto dicevo perché bisogna riconoscere che qualche intoppo c'è, a partire dalla scelta del doppiaggio. Sarebbe stato più giusto lasciare la lingua originale ai soldati americani, il “non-dialogo” con gli italiani ne avrebbe giovato.
Parlando squisitamente di contenuti, si potrebbe discutere a lungo su alcune forzature storiche come l’episodio del tradimento di un partigiano qui presentato come causa scatenante della rappresaglia nazista.
La realtà storica accertata dai tribunali militari è diversa: si trattò di una strage di civili inermi. Del resto una scritta prima del film avverte di ciò, ovvero che si tratta di una storia romanzata con nessuna pretesa di ricostruzione storica. Precisazione apprezzata ma forse superflua, del resto chiunque sia dotato di una seria coscienza critica comprenderà che il centro del film non sia la paternità di una strage in tempo di guerra,.
Il film, come tipico di Lee, focalizza altro. Racconta la realtà degli afro-americani, del loro contributo in termini di uomini e di sangue ma che il loro paese ha fatto peggio che dimenticare: ha semplicemente, ignorato.
Uno dei protagonisti parla dell’assurdità di sentirsi considerato americano e basta (e non americano nero) solo ora, in guerra, a migliaia di km da casa ma non dai propri commilitoni bianchi ma da questi poveretti d’italiani (!!).

Per concludere: trovo ingiuste o quantomeno spropositate le contestazioni innescate su questa pellicola, qui nessuno ha denigrato i partigiani o il loro sacrificio. La creazione di personaggio negativo che tradisce per una vendetta personale, è solo un espediente dell’autore per narrare l’orrore di uno scontro che non fu solo di nazioni ma anche guerra civile, spesso fratricida. Tutte queste ragioni e non solo faranno si che resterà un film per pochi.
Del resto Spike Lee in un altro paese verrebbe ricompensato con la cittadinanza onoraria, da noi no: solo polemiche ingiuste o l’indifferenza dei più.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Visto ieri, concordo su tutta la line, gran bel film e per pochi.