venerdì 17 luglio 2009

Della caducità della vita e del tristo mietitore

Ogni volta che sono a un funerale mi vien da pensare alla morte. Ovvio, direte.
No, intendo non solo a quella della persona per cui si è raccolti lì.. più in generale.
O meglio, ci penso nel particolare: ovvero a quella di me-medesimo.

Normale. Poi il disagio aumenta e inizio a contarmi i nei, controllo che non me ne siano spuntati dei nuovi.
Molti ignorano che il tumore alla pelle sia spesso frequente negli individui di pelle chiara come il sottoscritto. Quindi ogni neo che ho, per un numero che oscilla tra 400 e 12000, potrebbe essere maligno.


Mi sento tutti i sintomi di qualsiasi malattia degenerativa, cronica e a lungo termine incurabile sin dall’età di quindici anni.
Ecco, guarda.. due nuovi piccolini sul braccio destro. Ehi, mica c’erano il mese scorso, me lo ricorderei.

In effetti stanchezza, stato confusionale e perdita della memoria sono sintomi dell’Alzaimer. O era avvelenamento da piombo. Boh ?

Uhm.. avevo letto da qualche parte che i nei possono trovarsi anche nascosti anche sotto i capelli, sul palato e nel buco del culo. Per questo non sono mai andato dal dermatologo, mi ritroverei due dita infilate a tradimento. Certo anche la prevenzione dovrebbe conoscere dei limiti !

Mio nonno, dopo aver bevuto due fiaschi di orrenda albana, diceva sempre : "Vai dal dottore e muori". Lui ce l’hanno portato la prima volta a 76 anni ed è morto un mese dopo.

Magari la miglior cura preventiva sono due fiaschi al giorno di vino tristo. Finita la cerimonia devo passare alla COOP a prendere un mix di Tavernello e Ronco e fanculo ai dermatologi.

1 commento:

Bandini ha detto...

Io una volta da piccolo sono morto.