Marchionne, quello dei pullover, aveva cominciato a sbiascicarlo un anno e mezzo fa. Ora, finiti gli incentivi sulle rottamazioni, può finalmente dirlo con serenità.
Il motivo è semplice: la FIAT ci rimette. Ed io gli credo, se fosse diversamente ci avrebbe investito, un po' come ha appena fatto all'estero.
Io, come dicevo, gli credo, certo. Però bisognerebbe raccontarla tutta, cioè che la FIAT, a Termini Imerese, era arrivata solo perché lo Stato, aveva pompato una quantità di soldi da paura.
Una montagna di quattrini tale da rendere “allettante” andare a costruire automobili in un contesto in cui non esisteva alcuna “cultura” industriale, senza aziende a meno di
Una cattedrale nel deserto, come si è soliti definirle. Ed è stato così per trent'anni.
La cattedrale è stata redditizia fin tanto che sono piovuti i finanziamenti pubblici più o meno diretti. Un’entrata, questa, molto più importante per FIAT di quella rappresentata dalle Lancia Yspsilon che là ancora si costruiscono.
Marchionne però dice che ora ci rimette, che è uno stabilimento in perdita.. Per cui, che ti fa? Se ne va dove i ponti d’oro glieli offrono ancora, che si chiami Serbia, Polonia o culo di mondo.
Però, magari, se prima di sbaraccare, prima di lasciare a casa alcune migliaia di operai,
potesse ridare indietro quelle montagne di soldi che si è indebitamente intascato.. ecco sarebbe cosa gradita.
2 commenti:
Marchionne è il classico esempio di capitalismo all'italiana; l'unica differenza coi Colaninno & co. è che non porta la cravatta..
Già. però vuoi mettere essere messo all'uscio da uno vestito in maniera sportiva e con un fare molto più "alla mano" ?
Posta un commento