martedì 20 gennaio 2009

Virus influenzale

Il virus influenzale, si sa, muta ogni anno. Questo inverno si è presentato sotto forma di nipote seienne.
Domenica scorsa il piccolo untore, con tanto genitori complici al seguito, si presenta in casa di mater-familias per una di quelle riunioni parentali obbligatorie. Dopo essere stato in braccio di ogni astante un tempo medio di quindici secondi, completa l’opera scorazzando per l’appartamento lungo i tre assi cartesiani tossendo come marlboro-man due settimane prima che il cancro se lo portasse via.
E’ a quel punto che i 2kg di catarro alla kryptonite nascosti nei bronchi lentamente iniziano a fuoriuscire e si distribuiscono sotto forma di nebbiolina fluorescente su ogni oggetto/persona nel raggio di 50 metri .
L’opera prosegue poi con lo spargimento di un po’ di kleenex usati qua e là non dimenticando di leccare il parquet al centro della stanza, chiusura col “bacio di giuda” a tutti i presenti.
Nei successivi tre giorni casa di mater familias si trasforma in un lazzaretto transennato per un perimetro di 3 km e presidiato da militari in tuta bianca in versione “attacco batteriologico”. Lo spazio aereo è interdetto. Le comunicazioni radio interrotte.

Mater familias riesce ugualmente a lanciarmi un sibillino messaggio dalla finestra: “aaargh, non d’avviginare ! Fino a ieri eravamo duddi a leddo gon l’influenza, ma ber fortuna non ci ha breso ne il gagotto né lo sboggo, ma la derza versione, “la febbre gon raffeddore e male alle ossa”.

Io, nonostante il clima da giudizio universale, sto bene, nessun sintomo o malessere. Non ho fatto vaccini ne preso aspirine, porto solo la sciarpa al collo da settembre ai primi di giugno. Sono delicato di gola e preferisco proteggerla.
Oltre a ciò mi attengo a qualche semplice precauzione ma niente di che.

1.Ad ogni occasione d’incontro con più di tre persone in contemporanea mi presento con casco integrale motoGP.
2.do le spalle anche a dio.
3. se sul lavoro uno tossisce mi allontano senza respirare e scavalco con calma la finestra spiegando che amo fare il la pausa caffé sui tetti.
4. porto a casa mouse e tastiera.
5. a casa do fuoco quotidianamente ai sanitari con alcuni litri d’alcol.
6. Cerco di ampliare le amicizie tra i dipendenti dell’istituto superiore della sanità, meglio se specializzati in virologia e malattie rare.
7. Ad ogni plenilunio stendo su un’ara pagana uno dei tanti figli “under 10” dei miei cugini e gli strappo il cuore.

1 commento:

marlene ha detto...

ehmm...hummm..Buongiorno Tyler, dimmi un po', come stai oggi??
èh? dillo, dillo! ;P
baci crittogamici m.k.